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Il World Wildlife Day (WWD), istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2013, celebra la natura “selvatica”. Nell’Antropocene, l’era geologica che un comitato scientifico internazionale sta cercando di definire, le tracce dell’azione umana sono talmente pervasive da interessare la quasi totalità degli ecosistemi presenti sulla terra. Fenomeni globali quali la distruzione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene invasive, il bracconaggio ed il commercio di specie selvatiche, le attività di caccia e pesca non sostenibili sono tra le principali minacce alla biodiversità di cui la fauna e la flora selvatiche sono parte integrante. Il 3 Marzo dell’anno 1973 fu firmata la Convenzione di Washington (CITES) con la finalità di regolamentare, monitorare e vietare il commercio di specie vegetali e animali a rischio di estinzione nonché i loro prodotti e derivati.
Il focus del World Wildlife Day 2024 mette in risalto l’importanza delle nuove tecnologie digitali nelle attività di conservazione delle specie selvatiche. L’aumento della capacità di elaborazione dei computers permette a sistemi digitali sempre più esperti di vagliare enormi quantità di dati. La raccolta dei dati ambientali, negli ultimi anni, è migliorata grazie a reti di telecomunicazione sempre più performanti e pervasive e grazie allo sviluppo di una nuova generazione di sensori che raccolgono incredibili quantità di informazioni. Dati satellitari, droni, fototrappole, termocamere, analisi genetiche/genomiche rappresentano soltanto alcuni esempi di questo cambiamento. La biologia della conservazione, la disciplina che studia la protezione e tutela delle specie viventi e degli habitat, si sta avvalendo sempre più di queste opportunità tecnologiche per raccogliere, immagazzinare e correlare dati di interesse scientifico anche ad uso delle generazioni future.