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Le crescenti pressioni sui corpi idrici causate dalle modificazioni ambientali e dai cambiamenti climatici hanno portato le acque interne a diventare il bioma più minacciato del pianeta, tanto che la perdita di biodiversità legata agli ecosistemi acquatici è drammaticamente più elevata rispetto a quella degli ecosistemi terrestri (Ahmed et al., 2022; Desforges et al., 2022)[1]. Le popolazioni di vertebrati d’acqua dolce risultano in diminuzione con un tasso più del doppio rispetto a quello dei vertebrati terrestri e marini, aggravato dagli effetti dei cambiamenti climatici e dall’incremento dell’utilizzo di risorse idriche per l’agricoltura, l’industria e la produzione di energia (Simpson et al., 2021)[2]. In particolare, in Europa è in corso una crisi di estinzione che colpisce severamente i pesci d’acqua dolce (almeno il 37% dei pesci d’acqua dolce sono minacciati di estinzione). Nell’ambito del monitoraggio dei corpi idrici i pesci sono considerati degli efficaci sistemi di allarme delle modificazioni macroambientali e del grado di stress ambientale, avendo la capacità di fornire risposte integrate a livello di singoli individui, popolazione e comunità.

Le pressioni e le minacce alla conservazione delle specie ittiche tutelate dalla Direttiva Habitat, oltre ai cambiamenti climatici, possono essere rappresentate da diversi fattori abiotici (sostanze inquinanti fra cui i prodotti fitosanitari, scarichi urbani non adeguatamente trattati, artificializzazioni dell’alveo, sbarramenti, captazioni idriche ecc.) ma anche da altre componenti ittiche (es. specie alloctone competitrici o predatrici), che potrebbero agire più a valle o più a monte di un tratto di un corso d’acqua intercettato da un parco, avendo però effetti considerevoli su di esso.


Piano di campionamento

Il Piano di campionamento proposto da ISPRA e concordato con la ditta esecutrice, prevede un’attività di monitoraggio ittico e fisico-chimico, con l’acquisizione e la restituzione di dati relativi a:

  1. le specie ittiche d’interesse comunitario individuate nei corsi d’acqua guadabili di 17 Parchi Nazionali;
  2. i parametri chimico-fisici;
  3. le covariate ambientali potenzialmente influenti su distribuzione e condizioni biologiche delle specie ittiche oggetto del monitoraggio.

I dati raccolti forniranno informazioni su:

  1. la distribuzione spaziale delle specie ittiche tutelate dalla Direttiva Habitat, possibilmente su tutto il reticolo idrografico interno a ciascun Parco;
  2. lo stato delle popolazioni (principalmente abbondanza e struttura) delle specie tutelate dalla Direttiva Habitat;
  3. la distribuzione spaziale delle specie alloctone che possono costituire pressione o minaccia per quelle tutelate dalla Direttiva Habitat per competizione, predazione, rischio di ibridazione, trasmissione patologie, ecc.), e stato delle relative popolazioni, possibilmente sul reticolo idrografico intercettato dal Parco;
  4. i dati chimico-fisici rilevati contestualmente al monitoraggio ittico e in stazioni rappresentative delle condizioni del corso d’acqua e delle pressioni che agiscono su di esso.

I monitoraggi hanno lo scopo di ottenere un quadro di riferimento su ampia scala tramite modalità di campionamento qualitativamente e quantitativamente standardizzate in grado di perseguire quattro obiettivi principali:

1) ricerca di specie ittiche di interesse comunitario non ancora documentate (almeno in tempi recenti);

2) indicazione semiquantitativa principalmente mirata alla prospezione di trend di abbondanza per piccoli nuclei di popolazioni ittiche di dimensioni insufficienti per stime quantitative di adeguata precisione;

3) stime quantitative delle condizioni biologiche di popolazioni ittiche sufficientemente stabili e consistenti di specie di interesse comunitario;

4) stima degli effetti provocati da pressioni consistenti, diffuse o puntiformi, inclusi i cambiamenti climatici, in grado di influenzare la distribuzione e le condizioni biologiche delle popolazioni ittiche di interesse comunitario.

Lo sviluppo di pratiche di monitoraggio ittiologico, collegate al monitoraggio di parametri fisico-chimici ed ambientali delle acque, servirà a valutare lo stato di conservazione delle specie autoctone e le condizioni biologiche di quelle alloctone che le minacciano; nonché per valutare gli effetti dei numerosi impatti al fine di pianificare interventi di miglioramento finalizzati alla conservazione di specie e al ripristino degli habitat acquatici.

Si ritiene inoltre importante effettuare il monitoraggio ittiologico anche in quei parchi dove non sono state ancora rilevate specie tutelate dalla Direttiva Habitat (per carenza di monitoraggio o presenza di condizioni avverse quali pressioni o di specie ittiche alloctone) e di interpretare i risultati ottenuti nei parchi anche alla luce di dati e informazioni relativi al territorio circostante.

Le attività di monitoraggio descritte saranno effettuate in corsi d’acqua presenti nei 17 Parchi Nazionali indicati nel seguente elenco e riportati nella mappa:

  1. Gran Paradiso
  2. Stelvio
  3. Val Grande
  4. Dolomiti Bellunesi
  5. Appennino Tosco Emiliano
  6. Foreste Casentinesi
  7. Monti Sibillini
  8. Gran Sasso Monti della Laga
  9. Maiella
  10. Abruzzo Lazio e Molise
  11. Circeo
  12. Gargano
  13. Cilento -Vallo di Diano
  14. Appennino Lucano – Val D’Agri – Lagonegrese
  15. Pollino
  16. Sila
  17. Aspromonte

Parchi in cui viene effettuato il monitoraggio ittico e dei prodotti fitosanitari

Posizionamento dei canister per il monitoraggio delle sostanze inquinanti

Posizionamento dei canister per il monitoraggio delle sostanze inquinanti